Quando l’allievo equipara il maestro
Dopo il successo di Ponyo sulla scogliera, presentato a Venezia nel 2008, lo studio Ghibli, risollevate le finanze, torna sul grande schermo con Arrietty diretto da Hiromasa Yonebayashi principale animatore nei film del capostipite Miyazaki e da molto tempo designato come suo successore.
Certo il maestro Miyazaki sceneggia quest’ultima opera, adattando un romanzo inglese di Mary Norton, The Borrowers, rimasto nel cassetto per molti anni e che ora ha finalmente visto la luce in dissolvenza di una sala cinematografica. Le tematiche care a uno dei maestri per eccellenza dell’animazione, ci sono tutte: il rispetto per l’istituzione familiare, l’importanza dei rapporti umani, il non scappare dalla diversità e dal diverso. E ovviamente non può mancare il tema della natura, raccontata e descritta con immagini che riempiono lo sguardo, con la delicatezza che un equilibrio prezioso e complesso come il mondo che ci circonda si merita.
Anche i personaggi ritrovano le caratteristiche dei molti film dello studio Ghibli, per prima cosa la protagonista femminile, Arrietty, che si va ad aggiungere alla recente Ponyo, o alle più lontane nel tempo Nausicaa, Kiki, Chichiro, solo per ricordarne alcune. Un personaggio delicato, fragile, anche vista la ridotta statura, ma allo stesso tempo forte e coraggioso, che non abbandona mai la famiglia che la ama e protegge.
E poi, anche in quest’ultima opera, ritroviamo un altro tipo di personaggio sempre presente, quello animale. Che sia un Totoro, un gatto per Kiki, un porco in Porco Rosso o un pesciolino per Ponyo, l’amico animale non manca mai. Per Arrietty è un gattone un po’ in sovrappeso che inizialmente la vuole cacciare come l’istinto gli dice di fare di fronte a una “cosa” piccola e nuova, ma poi, grazie alla mediazione dell’umano Sho, diventa amico fedele. Sho è il personaggio comprimario di questa elegante storia, un ragazzino di 12 anni che aspetta di subire un’operazione al cuore. E l’attesa la trascorre nella casa della zia assieme a una governate, mentre la madre lavora. I genitori del piccolo Sho non sono presenti, non si vedono nemmeno attraverso una foto o un ricordo del bimbo. Gli unici genitori visibili nel film sono quelli di Arrietty, la piccola bimba “prendinprestito”, che rispetta e ama ma che forse ogni tanto dà per scontati. Mentre gli altri piccoli protagonisti del film non sanno neanche cosa significhi avere una famiglia, sono soli con loro stessi, in attesa di una svolta, un’operazione o un incontro d’amore….