Una madre non qualsiasi in carriera
Un’altra commedia sulla parità dei sessi è servita in questo inizio d’autunno. Sarah Jessica Parker abbandona le sue Jimmy Choo e le passeggiate newyorkesi per fare la mamma in carriera a Boston. Kate è madre di due figli e cerca di perseguire la sua crescita professionale in un ambiente pieno di piccoli squali pronti a prendersi il merito.
Arriva un’occasione di lavoro importante, che la porta spesso in viaggio e a dover tradire le aspettative familiari, e Kate deve raccogliere le sottili critiche della suocera o delle altre madri. L’idea è semplice ed è la stessa già vista molte volte, con la sola aggiunta di qualche evidente critica verso la società che giustifica l’uomo con la stessa facilità con cui crocifigge la donna. Critiche esplicitate attraverso finte interviste inserite casualmente e senza un filo logico lungo l’intero film, in cui l’amica di sempre, madre single e lavoratrice, esplica le differenze che si creano in un ambiente lavorativo tra il dipendente maschio e l’equivalente al femminile. In realtà si aggiunge anche una lotta tra le donne che decidono di stare a casa, raccontate come delle snob frustrate che passano la vita in palestra, e le donne “giocoliere” che incastrano tutto senza perdere la propria essenza, ma senza mai dimenticare la vera priorità, quella della famiglia. Insomma accontentiamo tutti in un enorme calderone di frasi fatte e luoghi comuni dove la cosa peggiore che capita alla “povera” Kate è di avere i capelli arruffati e qualche pidocchio, o che la tata a tempo pieno debba uscire qualche ora prima. Perché quella che si racconta non è la vita delle famiglie “medie”, è la vita di due ricchi genitori in carriera che mai litigano, capacissimi di dialogare, e che, anche senza dormire, appaiono perfetti e senza quelle occhiaie che caratterizzano padri e madri, in carriera e non. L’idea di applaudire le madri lavoratrici che non si lasciano sopraffare dalle incombenze quotidiane diventa una presa di posizione in cui tutti però cedono alle richieste di Kate, donna tuttofare che riesce ad ottenere tutto dalla vita, allontanando definitivamente il personaggio dalla realtà. Il tutto condito dal fastidio e dal poco interesse che lo spettatore prova nel vedere le peripezie, che tali non sono, di questa famiglia, che “tipo” non è, con l’insostituibile e iperzuccheroso lieto fine che i blockbuster americani mai abbandonano, nemmeno in questo inizio d’autunno.