Onore e Gloria: viverne e morirne
Tratto dal romanzo The Eagle of the Ninth di Rosemary Sutcliff, il film The Eagle narra le gesta di Marco Aquila, soldato romano che, per riportare onore al nome della sua famiglia, cerca di ritrovare il vessillo romano – l’Aquila, appunto – perso vent’anni prima in Bretagna da suo padre, comandante della Nona Legione, fuori dal Vallo di Adriano.
Ad accompagnarlo nel viaggio oltre il confine del mondo conosciuto c’è Esca, schiavo originario di quegli stessi territori. Dimostratosi coraggioso e pronto alla morte pur di non combattere in uno spettacolo di gladiatori, Marco gli salva la vita, stringendo con lui un legame di reciproca dipendenza.
Onore e Gloria sono i temi centrali di questo film epico ben strutturato che mantiene la potenza visiva del genere senza portarla all’esasperazione (le tenebre nascondono le atrocità delle battaglie e le gole tagliate non sono mai inquadrate in primo piano), e che trova la sua forza nei tempi di ricerca e nel rapporto tra i due protagonisti.
Il viaggio nelle terre desolate dell’attuale Scozia è rischioso, soprattutto quando il tuo unico alleato è anche un tuo potenziale nemico, poiché la tua gente gli ha sterminato la famiglia ed estirpato i territori. Ma “dare la propria Parola” non è solo un vincolo, è un valore inscindibile che persiste anche quando cade o si ribalta il rapporto schiavo/padrone, e sia Channing Tatum che Jamie Bell – il primo dopo pochi mesi d’attività come attore vanta già un elenco di titoli non da poco, mentre il secondo ci stupisce dai tempi di Billy Elliot – si alternano i ruoli di protagonista e co-protagonista creando tensione e suspance fino all’ultima battaglia.
MacDonald dirige i due interpreti quasi con stile documentaristico, nel quale ha una vasta esperienza, e, anch’egli come i protagonisti del film, mantiene alto l’onore artistico della sua famiglia, essendo figlio e nipote d’arte, anche se a volte dimentica l’origine latina della storia commettendo errori linguistici evidenti (spicca, sugli altri nomi latini della mappa, l’”Adriano’s Wall”: non si può non notarlo).
Pubblicizzato forse con poca enfasi, The Eagle si rivela uno di quei film che quasi inaspettatamente lasciano una forte memoria di sé riuscendo a liberarsi dai cliché del genere, pur restandovi fedele.