Quattro piccoli indiani
Il Cinema è una questione di riti: la luce inizia a spegnersi, gli occhi si abituano all’oscurità e il sogno prende forma davanti, attorno e dentro noi; qualcosa di magico, sconosciuto si disvela ai nostri “virginei” e “immaturi” occhi, poi non saremo più come prima.
La Storia ci si avvicina ma, a questo punto, siamo noi ad andarle incontro, e tutto si dispiega. Questa volta sono di scena “cattiveria e splendore, caos ed equilibrio”: questo è ciò che conquista di Carnage di Roman Polanski, presentato in concorso alla 68a Mostra del Cinema di Venezia, tratto dalla piéce teatrale di Yasmina Reza. L’opera, già pungente e policamente scorretta, diventa – vista attraverso il “penetrante” occhio di Polanski – ancor più feroce e maligna: due coppie, due figli, un bastone tirato addosso a un coetaneo, una stanza di una casa newyorkese in cui scusarsi e chiarirsi; invece lì, in quelle quattro mura, scatta la carneficina. All’inizio tra Alan/Christoph Waltz e Nancy/Kate Winslet – genitori di Zachary, il “Carnefice” – e Penelope/Jodie Foster e Michael/John C. Reilly – madre e padre di Ethan, la “Vittima” – solo formalità e cortesie, ma l’idillio dura poco. Il fragile castello di carta su cui poggia l’effimero equilibrio dei personaggi si sgretola facilmente, trascinato via da Nancy, dal suo vomito lavico che impregna di sé, col suo nauseante odore, tutto, e non può essere né lavato via, né ricoperto di acqua di colonia. Resta lì, nascosto sotto bei mobili, libri d’arte, tulipani freschi: questo è Carnage, il racconto di tutto ciò che la Società tenta disperatamente di mascherare sotto una pesante coltre di “non si dice” e “non si fa”, di farisaico perbenismo e di ruoli stantii. La boria insopportabile di Alan, la bontà “trasudante” doveri civili, infarcita di cliché di Penelope, la superficialità bonaria e mediocre di Michael, la rigida e costretta eleganza di Nancy si scontrano creando alleanze e distruzioni, si mescolano per esplodere/implondere in un gioco al massacro dalle cui ceneri i loro ego fuoriescono centuplicati e ingigantiti. Non vale la legge del più forte, non c’è ceto sociale che ti possa salvare, l’occhio autoriale si avvicina sempre di più ai volti indemoniati e snaturati di questi quattro piccoli indiani, li scortica, smaschera in un processo di regressione, facendo venir fuori ciò che di più sordido, maligno, ironico, dissacrante ci sia nell’umano e nell’esistenza.
Carnage [id., Francia/Germania/Polonia/Spagna 2011] REGIA Roman Polanski.
CAST Christoph Waltz, Kate Winslet, John C. Reilly, Jodie Foster.
SCENEGGIATURA Yasmina Reza, Roman Polanski (tratta dalla piecè Il dio del massacro di Yasmina Reza). FOTOGRAFIA Paweł Edelman. MUSICHE Hervé de Luze.
Drammatico, durata 79 minuti.