Un pinguino per amico
Nel corso della sua quasi trentennale carriera – la prima apparizione al cinema risale al 1983 – Jim Carrey ha dimostrato di saper affrontare qualunque ruolo, dalla demenzialità che l’ha reso giustamente famoso (Ace Ventura, The Mask, Scemo & + scemo) all’inaspettata svolta drammatica iniziata con The Truman Show (1998) e Man on the Moon (1999) e proseguita con Se mi lasci ti cancello.
Ogni film con Jim Carrey è un film “di” Jim Carrey, e l’assunto si applica benissimo anche alle innocue commedie familiari dal target pre-scolastico. I pinguini di Mr. Popper è un’opera dichiaratamente per bambini, che frulla tutto l’immaginario “pinguinesco” dell’ultimo decennio. Quasi fuori tempo massimo, perché dopo la “scoperta” documentarista della Marcia dei pinguini di Jacquet e le innumerevoli animazioni che ne sono scaturite, il filone inizia ad essere un po’ saturo. La storia del manager in carriera Tom che riceve in eredità dal padre avventuriero sei pinguini direttamente dall’Antartide è inattaccabile: educa, ristabilendo determinate gerarchie affettive all’interno di un nucleo familiare “sballato”; diverte, dimostrando la perfetta sintonia tra la goffaggine dei pennuti e la multiforme gamma espressiva di Carrey; fa sognare, perché se d’inverno è lecito chiudere gli occhi e vagheggiare luoghi balneari in piena estate vale il ragionamento contrario – e in questo la scelta di distribuire un film natalizio fuori stagione funziona alla perfezione. Forse è proprio tutto questo studio a tavolino a far storcere moderatamente il naso: non c’è sussulto né colpo di scena, la drammaturgia (se così si può chiamare) degli eventi fila liscia come l’olio, dando per scontato alcuni passaggi logici perché in fondo possono essere messi in secondo piano. Non c’è una vera e propria comicità, smussata anch’essa dalla necessità di evitare gli estremi. Le gag sono perlopiù scatologiche ed istintuali, fondate su pallonate all’inguine e flatulenze varie, così come la parte della riappacificazione amorosa tra i due protagonisti risulta assai stucchevole e tagliata con l’accetta. Un film trascurabile quindi? Dipende. Perché se da un lato gli adulti ne sciacqueranno ogni reminiscenza con l’ultimo sorso di coca cola, ridacchiando ancora solo per gli unici due momenti clowneschi creati da Carrey (gli schiaffi in faccia al perfido funzionario dello zoo e l’ingresso al ralenti in una conferenza), dall’altro i bambini ricorderanno per giorni i nomi – orridi – dei sei pinguini: Capitano, Puzzoso, Amoroso, Mordicchia, Tontino e Urlacchia.
I pinguini di Mr. Popper [Mr. Popper’s Penguins, USA 2011] REGIA Mark Waters.
CAST Jim Carrey, Carla Gugino, Madeline Carroll, Angela Lansbury.
SCENEGGIATURA Sean Anders, John Morris, Jared Stern. FOTOGRAFIA Florian Ballhaus. MUSICHE Rolfe Kent.
Commedia, durata 91 minuti.