Teenage Dream
Il musical cult diretto da Randal Kleiser, con John Travolta e Olivia Newton-John, torna nelle sale dal 12 agosto, solo per due settimane, in una versione Sing-a-Long.
Un evento unico e imperdibile per tutti i fan del film che possono cantare i celeberrimi brani insieme ai protagonisti grazie a sottotitoli animati, colorati e adorabilmente kitsch. Una fruizione ancora più interattiva per rivivere sul grande schermo la magia e le atmosfere senza tempo della Rydell High School e dei suoi studenti. Una dimensione liceale da sogno in cui non si studia mai e i diplomi vengono consegnati al luna park insieme allo zucchero filato, che malgrado l’alto tasso di improbabilità sbeffeggia i modelli giovanili edulcorati e artefatti proposti (e imposti) da certo cinema hollywoodiano tra gli anni ’50 e ’60, in particolare la ragazza della porta accanto candida, ingenua e virginale interpretata da Sandra Dee e il bravo ragazzo, campione di atletica alla Troy Donahue.
Vero e proprio precursore di film e serie televisive su teenager, high school e prom (i famigerati balli di fine anno a cui è dedicato un intero sottogenere dei teen movie), al punto che Danny, Sandy e Rizzo sembrano i fratelli maggiori (forse per ragioni cronologico/anagrafiche sarebbe più corretto dire i genitori) più scanzonati e meno problematici dei vari Dylan, Donna e Brenda. Nonostante siano già trascorsi ben 33 anni dalla sua uscita, i bulli brillantinati e le pupe in rosa di Grease, tutti ormoni, corse automobilistiche, pigiama party, gare di ballo e drive in, risultano tuttora più simpatici e “genuini” dei loro nipotini/epigoni di High School Musical, bambocci disneyani canterini e danzerecci, rappresentanti di un’adolescenza fin troppo fiabesca e asessuata in cui l’apice del contatto fisico consiste in fulminei e casti bacetti.
E così, mentre Sandy e Danny volano a bordo della loro fiammeggiante auto, le luci della sala si riaccendono e noi ci apprestiamo a tornare in quel “mondo ancora crudele” prospettato dall’angelo custode di Franchie, grati e felici delle quasi due ore di spensieratezza, ricordi e allegria che Grease ha saputo regalarci per l’ennesima volta.