Arrivederci all’isola che non c’è
L’ultima avventura del mago più famoso del mondo, cominciata a novembre 2010, con la prima parte de Harry Potter e i Doni della Morte, è stata portata a compimento, tra la disperazione degli appassionati e il sospiro di sollievo da parte di chi proprio non ne poteva più.
Una è l’autrice, osannata, ammirata, invidiata, che ha creato un mondo racchiuso in sette libri, quattro invece i registi che li hanno trasposti in immagini, succedendosi ad intervalli di uno due anni, con l’eccezione dell’ultimo arrivato, David Yates, che si è aggiudicato i tre capitoli conclusivi, e ben quattro pellicole. A lui il compito di comprimere una storia sempre più dettagliata e complessa, tagliandola senza ritegno, confezionando un quinto e sesto capitolo decisamente insipidi, nascondendo il proprio stile per lasciare lo spazio alla vicenda. Quello che manca è il tempo per narrare tutto, o quasi tutto: con la divisione in due finalmente c’è la possibilità di soffermarsi e curare i particolari, soprattutto in questa seconda parte, non più solo uno sconclusionato elenco di azioni, ma un processo equilibrato, dove la tensione aumenta fino a esplodere nel finale. Liberi anche dalla routine scolastica, ormai sfruttata su ogni fronte, c’è un’attenzione maggiore alle emozioni che scaturiscono dal pericolo costante, cercando di entrare nel personaggio con drammaticità ed enfasi. Ampio spazio anche agli elaborati movimenti di macchina che danno l’impressione di essere sulle montagne russe mentre si tenta di seguire lo sguardo vorticoso della camera: dalle vaste panoramiche che regalano una splendida visione del mondo magico alle diverse angolazioni e prospettive che stuzzicano lo sguardo, fino ai lenti zoom che fanno salire di grado l’intensità della battaglia finale. Una buona prova dunque, supportata da un cast molto valido e da un Daniel Radcliffe finalmente un po’ più espressivo, ci regala azione e spettacolo insieme ad alcuni momenti calibrati di profondo rimorso, che rivelano colpi di scena inattesi e sciolgono misteri e dubbi ramasti celati per troppi anni.