Bologna 25 giugno – 2 luglio 2011
La modernità di un classico
L’edizione 2011 del Cinema ritrovato ha permesso al pubblico, attraverso la rassegna “I cinefili preferiscono Howard Hawks”, di ammirare alcuni film muti del grande regista americano, insieme a pellicole della prima produzione sonora.
Un eccezionale senso del ritmo, una straordinaria capacità di dirigere gli attori, l’eleganza di una regia invisibile i pregi più evidenti di Hawks. Già nelle Disgrazie di Adamo (1926) sono presenti alcune caratteristiche di molti film successivi: l’umorismo raffinato, l’attenzione ai mutamenti nella società, la lucidità nell’esplorare i rapporti tra uomini e donne. Spesso nei film di Hawks ci sono triangoli, che prevedono una donna contesa da due uomini o un’amicizia virile, messa in discussione da un personaggio femminile.
Per quanto riguarda la prima tipologia, si pensi alla ragazza francese corteggiata dai due cugini in Passione di principe (1927), ma innamorata solo del principe, o alla newyorkese che preferisce il prestante poeta al boss della città, nella Costa dei barbari (1935). Le donne dei film di Hawks, quando non fanno parte della categoria delle approfittatrici, di solito scelgono l’uomo di cui sono innamorate, come succede anche nelle Tigri del Pacifico (1932).
Alla seconda tipologia, invece, appartiene il rapporto quasi omosessuale tra i due marinai di Capitan Barbablù (1928), che Louise Brooks non riesce a separare. Nel capostipite del film di gangster, Scarface (1932), invece, la gelosia morbosa del protagonista per la sorella lo spinge ad ammazzare il suo amico e braccio destro, Guino.
Il cinema di Hawks è profondamente morale. Si pensi al valore della lealtà, celebrato dal gruppo di piloti di Avventurieri dell’aria (1939), o alla titubanza di Pipes nel tradire l’amico che gli ha salvato la vita, nelle Tigri del Pacifico. Per non parlare del coraggio degli aviatori del gruppo A nella Squadriglia dell’aurora (1930) e dei piloti dell’Urlo della folla (1932).
I film di Hawks nascondono, dietro l’ironia da commedia, amarezza e malinconia. Il tema del senso di colpa vi ricorre spesso. L’asso del volante Joe Gree dell’Urlo della folla cade in una profonda depressione e lascia le corse, sentendosi responsabile della morte dell’amico Spud. In Codice penale (1930), il severo direttore del carcere assume Graham come autista, dopo averlo fatto incarcerare forse ingiustamente e non esita a infrangere il codice per salvarlo dall’accusa di omicidio. Il conflitto tra le regole e l’umanità dell’individuo tormenta anche, nella Squadriglia dell’aurora, Brand e Courtney, con quest’ultimo costretto a sacrificare in battaglia il fratello del suo migliore amico.
Incidenti, morti tragiche costellano i film di Hawks e la morte di Kid in Avventurieri dell’aria dimostra come le rare sequenze realmente commoventi di un regista solitamente abbastanza freddo e distaccato come Hawks riescano ad essere memorabili. L’atteggiamento cinico di fronte alla morte accomuna il criminale Camalis della Costa dei barbari e i mafiosi di Scarface al duro personaggio di Cary Grant in Avventurieri dell’aria, sciupafemmine allergico al matrimonio, come il James Cagney dell’Urlo della folla.
Lo svedese di Amanti per burla (1927), invece, è il primo personaggio hawksiano a disagio con le donne. Timidissimo è anche Michael in Passione di principe. Nelle Tigri del Pacifico si chiama proprio Mike il protagonista, tanto abile come pescatore, quanto ingenuo e maldestro in amore. E in Capitan Barbablù il rude Victor McLaglen è completamente in balìa della femme fatale interpretata da Louise Brooks.
La guerra tra i sessi e l’adulterio sono al centro di Amanti per burla e L’affare Manderson (1929), ma l’apice della conflittualità tra uomo e donna è Ventesimo secolo (1934). È Lily, la sua protagonista, attrice anche nella vita privata, a confessare: “Non sappiamo niente dell’amore, siamo reali solo sul palcoscenico”.