Donne e motori
“Tam-tuuumb bang crash/ogni cinque secondi cannoni scoppi pugni violenza/taratatata delle mitragliatrici acuti della battaglia/ah! Aaahh! Tacchi fuga strillare a perdifiato/buuum cing ciak scenari di fumo/vrooom vrooom sbracciarsi esplodere rumori di guerra/Zang-Tumb Bang-bang crash”. Un rigurgito futurista? No, il miglior riassunto possibile della trilogia di Transformers.
Ipertrofica fin nella sua durata (due ore e 34 minuti per un film d’azione suonano sempre come incapacità di produzione e regia di porsi un freno), la terza puntata del redditizio franchise inizia cercando di darsi un tono, con un’ardita mescolanza di trama fantasy inserita in un contesto storico. Pare infatti che Mr. Kennedy diede il via al programma Apollo non per conquistare la Luna ma solo per scoprire prima dell’Urss che cosa nascondeva l’astronave aliena caduta sul lato oscuro del satellite. Il colpo di reni per smarcarsi dalle secche del Transformers precedente quindi c’è, e l’alternanza tra immagini reali, ricostruzioni in computer grafica e introduzione di robottoni è straniante al punto giusto. D’altronde è estate, la sala è climatizzata e si può anche riflettere su vizi e virtù della storia Usa guardando un blockbuster da 300 milioni di dollari con un bicchiere di pop corn in mano. Eppure i buoni propositi collassano nel giro di un’oretta, e tutto rientra nella norma del solito film di alieni che invadono la Terra. Immagini rubate a La guerra dei mondi si alternano allo stucchevole inseguimento d’amore tra il protagonista Sam Witwicky (ex sfigato nel capitolo uno, liceale qualunque nel due e ora precario in crisi di nervi: perché in fondo anche noi potremmo salvare il mondo) e la bella statuina regolarmente appoggiata ad automobili roboanti, inserti ludici e ingiustificatamente bizzarri spezzano lo svolgimento di una narrazione che via via si affossa nel patriottismo più urlato. Come negli altri episodi, ad un certo punto non si capisce più chi sia il buono e chi il cattivo, gli effetti speciali prendono il sopravvento e allo spettatore manca solo un joypad in mano per completare un’esperienza visiva oramai lontana parente del cinematografo. Sono gli attori che cominciano ad essere “di troppo”, non più il contrario. E mentre immagini sincopate e “flashate” invadono la nostra visuale portandoci all’overdose capiamo da un lato che ciò a cui stiamo assistendo è l’ennesima marcia funebre del cinema, e dall’altro che Transformers 3 come videogame è un capolavoro.
Transformers 3 [Transformers: Dark of the Moon, USA 2011] REGIA Michael Bay.
CAST Shia LaBeouf, Rosie Huntington-Whiteley, John Turturro, John Malkovich.
SCENEGGIATURA Ehren Kruger. FOTOGRAFIA Amir Mokri. MUSICHE Steve Jablonsky.
Azione/Fantascienza/Avventura, durata 154 minuti.
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