La Terra vista dalla Luna
Un giocattolo a seconda delle mani in cui finisce può avere diverse finalità di intrattenimento: un bambino ci gioca per creare mondi e storie tutte sue, un adulto lo manovra a suo piacimento e ci si diverte all’ennesima potenza cercando di riprendere lo spirito della propria infanzia.
Michael Bay è quell’adulto, che vede i suoi film come dei mega giocattoli con cui esprimere il proprio impulso ludico. Transformers 3 è l’apoteosi della politica “autoriale” di Bay, sceneggiatura ironica che sfrutta al minimo sindacale i suoi interpreti, effetti speciali, tanto sano casino e inverosimiglianza allo stato puro. L’ultimo episodio della trilogia incentrata sui robot della Hasbro è un concentrato di adrenalina, effetti visivi e testosterone, che non delude i fan del regista di Armageddon e chi ama questo genere di film, facendo dimenticare il suo pessimo predecessore. In tendenza con gli ultimi film di “fantascienza” come X-Men: l’inizio, anche qui si cerca di riscrivere la storia americana, attraverso un’ improbabile ricostruzione dello sbarco sulla Luna ( già di per sé ritenuto fasullo da alcuni) effettuato in realtà per provare la presenza aliena delle macchine-robot precipitate sul suolo lunare. Lo spunto iniziale è una delle cose più interessanti della pellicola, che poi si trascina per quasi tre ore in una abbondanza di combattimenti in cui, come sempre, regnano il caos e le sequenze ironiche in cui gli attori gigioneggiano davanti alla macchina da presa ( Malkovich e Turturro su tutti). Ma in fondo è questo che si chiede ad un film come questo, intrattenere cercando di far divertire lo spettatore medio aggiungendo questa volta anche l’uso di un ottimo 3D, il fatto che la bellona di turno dopo svariate acrobazie e crolli non abbia neanche un graffio passa in secondo piano. L’elemento curioso è che in questa tipologia di pellicole sempre più si parla dell’attualità, qui in due momenti: l’inizio in cui scopriamo che gli Autobot, le macchine buone, combattono insieme allo Stato nel fronte estero e soprattutto il personaggio di Shia LaBeoufe, con i suoi problemi di tutti i giorni, che si riducono alla morale di fondo che, anche se hai ricevuto una medaglia dal presidente Obama, la disoccupazione è un “vincolo” per i giovani d’oggi. Insomma Transformers 3 è un film di pura evasione che ancora fa storcere il naso ai più ma alla fin fine è figlio di quel cinema meno “impegnato” che all’inizio del secolo scorso Méliès presentava al mondo, il divertimento, la voglia di spegnere il cervello ed immergersi nel nostro inconscio fanciullesco. Speriamo, però, che Bay termini qui la saga di Transformers, ormai è stato detto e mostrato tutto e, sinceramente, è arrivato il momento di creare nuovi personaggi senza abusare più di fumetti, videogiochi e giochi.