Solo motori rombanti….dov’è finita la Poesia?
Saetta McQeen sta tornando. La notizia scandisce le giornate di Radiator Springs e soprattutto quelle dell’inseparabile e maldestro amico, Carl Attrezzi, per gli amici Cricchetto.
Saetta, accompagnato dal surreale e sbadato sostenitore, arriva in Giappone e poi, attraversa l’Europa per sostenere il primo World Grand Prix; questo è Cars 2, sequel di Cars – Motori ruggenti, uscito nel 2006. Il film è diretto da John Lasseter – direttore creativo Pixar – e Brad Lewis – produttore di Ratatuille – , che ripopolano Radiator Springs, “rivitalizzano” le macchine, rinchiuse e arruginite dentro gli studi Pixar, dando loro caratteristiche umane, aggiungendo alle avventure delle lamiere colorate una vena di spy story che parodizza e cita lo storico 007. Se i motori ruggenti del primo film vedono come protagonista indiscusso Saetta, con i suoi pregi e le sue virtù, le sue ansie e i suoi timori, nel secondo episodio invece, il mattatore è Cricchetto. Il carro attrezzi arrugginito, segnato da ammaccature, non è l’eroe classico, senza macchia e senza paura; è felice solo quando accanto a lui c’è Saetta, lo deve aiutare, accompagnare, deve risolvere i suoi problemi, ma in realtà avviene il contrario, Cricchetto i problemi li crea, imbarazzando l’amico che gli ricorda più volte: “non siamo a Radiator Springs”. Ed è a quel punto che la magia cartoon ci viene in aiuto, Cricchetto viene preso per un agente segreto, e la commedia degli equivoci fa in modo che il Nostro riesca a superare ogni ostacolo, che un personaggio per molti versi “perdente” diventi una spia, che sconfigge i “cattivi” in nome della giustizia. Ma è difficile eguagliare la poesia di Walle e Up, cosa c’è di più struggente di un piccolo robot che dà come pegno d’amore un germoglio? Cosa c’è di più toccante di un burbero anziano che se ne va in giro con la sua casa volante per mostrare alla defunta moglie le Cascate Paradiso? Cars 2 è godibile, lo spettatore si diverte, ma c’è qualcosa che manca o qualcosa di troppo, il ritmo è in alcuni momenti troppo accelerato e caotico, il 3D c’è ma in alcuni casi è un di più; forse è sempre complicato realizzare un sequel all’altezza del primo, forse la Pixar ci ha abituati a ben altro.