Piccoli mutanti crescono
L’inizio della storia. Arriva per tutte le saghe il momento in cui si decide di raccontare perché i nostri personaggi sono così come li conosciamo.
Allora troviamo Erik, giovane bambino ebreo, catturato e torturato dai nazisti per i suoi poteri e lo vediamo lentamente trasformarsi in Magneto. Troviamo Charles, già capace di leggere nella mente, profetizzare la sua calvizie dopo essere rimasto paralizzato in uno scontro a fuoco con il suo, ormai, ex amico Erik. Incontriamo anche Raven/Mistica bambina, e la sua lotta interiore per accettare il suo colorito blu. Conosciamo poi nuovi personaggi, ripresi da diversi momenti storici dei fumetti e inseriti tutti in questo inizio, sicuramente poco elaborati, superficiali e quasi ridicoli così da non offuscare i due protagonisti. Eccezion fatta per il personaggio di Kevin Bacon, magnifico interprete del sadico Shaw, unico personaggio realmente strutturato e ben inserito. L’inizio è soprattutto la nascita della lotta tra gli stessi mutanti, divisi in due fazioni: chi vede una convivenza con gli umani non mutati e chi vede l’evoluzione della specie e la conseguente supremazia sulla razza meno evoluta. La ricetta è ben collaudata, i personaggi sono già stati costruiti, qui bisogna solo raccontare la loro evoluzione personale (piccoli mutanti crescono) e sociale (il mondo deve fare i conti per la prima volta con degli esseri umani con poteri speciali). Le scene di guerra sono come gli altri film della saga X-Men:spettacolari e curate nei minimi dettagli. Capita addirittura di dimenticarsi di essere al cinema e farsi trasportare totalmente dall’azione. Lo spettatore però non riesce a dimenticare, neanche a distanza di giorni, i dialoghi da soap opera che pervadono tutto il film. Patetismo a non finire, frasi scontate e poco interessanti; la tentazione è quasi quella che si ha di fronte a un film porno: “mandare avanti” quando parlano e vedere solo l’azione. Solo il cammeo di Wolverine, una sola parola ma molto esplicativa, riesca a far uscire un sorriso di ironia e un po’ di nostalgia per i passati X-Men.