Bilancio del Festival delle vanità
Si è concluso martedì 31 maggio 2011 il 25° Festival Mix Milano, un’edizione tanto interessante sulla carta quanto deludente nei fatti. Dopo un’inaugurazione in grande stile con la proiezione in prima visione nazionale di Les amours imaginaires di Xavier Dolan, sorprese, visioni e scoperte piacevoli sono state poche.
La maggior parte dei film di qualità erano passati appena un mese prima al Torino GLBT Film Festival (ben diciassette titoli tra lungometraggi, cortometraggi e documentari erano gli stessi), tra le poche novità interessanti e meritevoli si segnalano Sasha di Dennis Todorovic, Ausente di Marco Berger e Break My Fall di Kanchi Wichmann, che saranno distribuiti in Italia da Queer Frame. Trascurabili invece sia da un punto di vista tecnico/artistico che tematico film come Going Down in La-La Land di Casper Andreas, The Night Watch di Richard Laxton o The Stranger in Us di Scott Boswell, più adatti a una messa in onda televisiva che a un festival cinematografico internazionale. Non stupisce quindi che anche premi e menzioni speciali assegnati dalle giurie ricalchino in parte quelli già assegnati a Torino. Problemi, contrattempi e disguidi grossolani si sono verificati inoltre da un punto di vista organizzativo: gli orari indicati nel programma spesso non tenevano realmente conto della durata effettiva dei film, creando così ritardi eccessivi e gratuiti, il programma non riportava alcun accenno alla premiazione, un ospite lungamente annunciato, atteso e poi assente come François Sagat, le giurie che spesso non hanno assistito alle proiezioni in sala dei film in concorso.
Privilegiato al contrario l’aspetto più ludico e conviviale dell’evento, con musica e bar tutti i giorni dalle ore 18 alle 24 sul sagrato del Teatro Strehler, vero e proprio faro per fashionisti e socialite in cerca di una vetrina o di persone che semplicemente stazionavano fuori dal Teatro senza mai entrare in sala una sola volta, dato per altro ammesso e confermato dallo stesso direttore Giampaolo Marzi già durante la conferenza stampa di presentazione. Un pubblico quindi più mondano che cinefilo. Sicuramente non ha aiutato in questi anni la totale assenza di apporto e sostegno economico delle istituzioni pubbliche (Comune, Provincia e Regione, per esempio) al Festival che vive esclusivamente grazie allo sforzo del Comitato Provinciale CIG Arcigay Milano e di alcuni sponsor privati. Ci auguriamo quindi che il vento del cambiamento appena giunto in città possa manifestare i suoi primi benefici effetti positivi già a partire dalla prossima edizione.