L’infanzia di corsa
Il caso fa incontrare Cyril, ragazzino abbandonato dal padre Guy presso un istituto educativo, e la parrucchiera Samantha, che accetta di diventare la sua “famiglia di appoggio” nei weekend.
Il gesto paterno, subìto senza neppure il conforto di una spiegazione, che semplicemente non c’è, rende Cyril sempre più ingestibile; ma né cattive compagnie né incidenti di percorso affossano l’amore inaspettato e forte della donna per il ragazzo.
Di figli problematici e padri che “non ce la fanno” i Dardenne avevano già raccontato in Il figlio e L’enfant, e non è un caso che a interpretare il genitore latitante sia lo stesso Jérémie Renier, già neopadre inadeguato nel film del 2005. Diversamente dai film precedenti però, Il ragazzo con la bicicletta è pervaso da un’insolita vitalità, che scaturisce della forza dinamica di Cyril: la macchina a mano si accorda qui all’irrefrenabile movimento della bici, alle fughe, al continuo susseguirsi di cadute, botte, rincorse, mura da valicare. Completa il quadro una rappresentazione dell’ambiente sociale fatta di pochi ma significativi dettagli: i ragazzi che giocano, i bottegai del quartiere, l’accortezza nell’accennare alla situazione familiare di Wes, il teppistello, che non è altro che un ex-Cyril più sfortunato.
Difficile rimanere indifferenti alla vivacità di Cyril, al suo testardo e irresistibile bisogno di correre lontano: e questa carica si rispecchia perfettamente nella fisicità rassicurante ma energica di Samantha, e nei loro toccanti incontri e scontri. Se all’inizio la bicicletta rappresenta il residuo di un legame concreto con il padre, col progredire del film essa diventa estensione delle gambe e delle braccia del ragazzo, e dunque segno distintivo della sua individualità ribelle. E’ infatti lo scambio di bici con Samantha durante la corsa lungo il fiume, a sancire l’accettazione totale di lei; lontano da padri inetti o meschini (non solo Guy, ma anche il compagno di Samantha e la vittima dell’aggressione), Cyril accoglie infine una figura materna, senza più ire o incertezze, ma con intatta la sua incrollabile caparbietà.