Torino 28 aprile – 4 maggio 2011
Premi e bilancio del Festival sui “film che cambiano la vita”
Mercoledì 4 maggio 2011 si è concluso il 26° Torino GLBT Film Festival – Da Sodoma a Hollywood, diretto da Giovanni Minerba, un’edizione che ha incontrato i gusti e il favore del pubblico, registrando un incremento degli spettatori pari al dieci per cento rispetto all’anno scorso, nonostante una giornata di programmazione in meno.
Oltre ad aver apprezzato l’ottimo livello artistico e qualitativo delle opere presentate, il pubblico ha accolto positivamente anche il ritorno alla Multisala Cinema Massimo, sede storica del Festival, situata nel cuore della cittadella torinese del cinema, ai piedi della Mole Antonelliana e del Museo Nazionale del Cinema.
Madrina della serata conclusiva è stata Veruschka, tra le prime top model negli anni ’60, considerata a lungo una delle donne più belle del mondo e immortalata sulle copertine di Life, Vogue, e Queen dai più grandi fotografi di quegli anni come Richard Avedon e Helmut Newton. Musa per Antonioni in Blow Up e per Dalì, diventata a sua volta artista lavorando sulle “trasfigurazioni”, body-art ante-litteram in cui il trucco si trasforma in vera e propria pittura del corpo, Veruschka era presente al Festival anche in qualità di ospite del Focus Think Pink! Non solo moda, all’interno del quale è stato presentato Veruschka: A Life for the Camera, documentario-intervista d’autore diretto da Paul Morrissey e Bernd Böhm che ricostruisce la sua vita e carriera.
Veniamo ai premi assegnati dalle tre giurie internazionali nelle rispettive sezioni competitive. La giuria del Concorso Lungometraggi, composta dai registi Carmine Amoroso, Mehdi Ben Attia, Pratibha Parmar, dalla giornalista Maria Pia Fusco e dallo scrittore Gianni Farinetti, ha assegnato all’unanimità il Premio Ottavio Mai a Tomboy di Céline Sciamma (Francia) “per maestria, sensibilità e leggerezza, ma anche per la profondità con cui viene trattato il tema dell’identità sessuale nel tempo dell’infanzia”. Tomboy ha vinto anche il Premio del Pubblico come Miglior Lungometraggio e sarà distribuito in autunno dalla Teodora Film. Menzione Speciale della Giuria a 80 egunean (For 80 Days) di Jon Gara?o e José Mari Goenaga (Spagna), “un film con indimenticabili protagoniste, due donne non più giovani che, ritrovandosi, rinnovano la loro amicizia e un amore finalmente svelato”.
La giuria del Concorso Documentari, composta da Henrik Neumann, programmer del Mix Copenhagen LesbianGayBiTrans Film Festival, Riccardo Amorini, distribuzione e marketing della Fandango, e Daniele Segre, regista e docente universitario, ha assegnato il Premio come Miglior Documentario a We Were Here di David Weissman (USA) “per la qualità dell’opera filmica, per i contributi storici e per la capacità di raccontare e testimoniare in modo adeguato, forte e necessario l’epidemia di AIDS nella comunità gay di San Francisco all’inizio degli anni ’80”. Menzione Speciale a XY Anatomy of a Boy di Mette Carla Albrechtsen (Danimarca) “per la ricerca del linguaggio della rappresentazione tra finzione e realtà e l’originale messa in scena della storia che racconta con grande delicatezza un’intimità forte”. Il pubblico ha invece premiato 365 without 377, documentario italiano diretto da Adele Tulli e prodotto da Ivan Cotroneo sul primo anniversario dell’abrogazione della Sezione 377 del Codice Penale Indiano che vietava e puniva i rapporti di natura omosessuale.
La giuria del Concorso Cortometraggi, composta da Lene Thomsen Andino, programmer e coordinatrice presso il Mix Copenhagen LesbianGayBiTrans Film Festival e collaboratrice del Danish Film Institute, João Federici, codirettore del GLBT Festival Mix Brasil de Cinema da Diversidade, e il regista Max Croci, ha assegnato il primo Premio a Plan cul (Just for Sex) di Olivier Nicklaus (Francia) “perché è il film che noi vorremmo avere nella nostra collezione privata e che vorremmo rivedere con i nostri amici. È una commedia brillante con un timing perfetto”. Menzione Speciale a Eu Não Quero Voltar Sozinho (I don’t want to go back alone) di Daniel Ribeiro (Brasile), vincitore anche Premio del Pubblico, perché “la giuria è stata toccata dal cast e in particolar modo dal protagonista. Gli autori del film ci portano una tradizionale storia d’amore tra adolescenti ma con un originale punto di vista”. Menzione Speciale anche a The Colonel’s Outing di Christopher Banks (Nuova Zelanda) in quanto “il film è divertente e toccante allo stesso tempo. Merita una menzione speciale perché ci ricorda che non è mai troppo tardi per fare il coming out”.
Tra i temi che hanno percorso, attraversato e legato tra loro le opere presenti al Festival, oltre a quelli più classici e ricorrenti come l’amore, il desiderio, l’amicizia, la famiglia e il coming out (per fortuna sempre meno presente e traumatico), sono emersi quello dell’identità sessuale in età molto lontane e diverse tra loro come l’infanzia o l’adolescenza (Tomboy, Masala Mama, Uniformadas, Blokes, Cappuccino, The Comfort Window, 43/44) e la terza età (Gen Silent, 80 egunean), la transessualità e l’intersessualità (Insects in the Backyard, Romeos, Becoming Chaz), l’importanza della memoria storica, sia civile e sociale (Stonewall Uprising e We Were Here) che cinematografica (la nuova sezione Vintage su film di culto del passato dimenticati o da riscoprire, quest’anno interamente dedicata al cinema italiano per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia). Altro tema tristemente attuale e presente, l’omofobia e i diritti negati, a cui sono stati dedicati ben due Focus, “Omofobia, l’odio mangia l’anima” e “Iran, nodo alla gola”. Con piacere possiamo infine affermare che sono sempre più presenti nel cinema a tematica GLBT una rappresentazione del legame tra mondo omosessuale e eterosessuale meno problematica ma soprattutto la ricerca e la voglia dell’happy end. Interessante a questo proposito la sezione “Open Eyes: Lesbian Romance Eros, Happy End e un po’ di Humor”, affascinante, divertente e liberatorio viaggio a lieto fine nel desiderio lesbico.