Antiche maschere e stereotipi contemporanei
È da poco terminata la terza stagione della sketch-comedy I Soliti Idioti, ideata e interpretata da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio in onda su MTV dal 2009 e si dice che, oltre all’imminente tour estivo in alcune città italiane – dove Mandelli e Biggio metteranno in scena i loro personaggi dal vivo – sarà presto sul grande schermo.
Sono una ventina gli sketch che interpretano i due attori-autori, alcuni dei quali diventati un vero e proprio tormentone, non solo per il target di riferimento di MTV, ma per tutte le fasce d’età, grazie all’imponente diffusione su youtube degli episodi. Father and Son, uno degli sketch di culto, mette in scena un padre – Ruggero De Ceglie – e suo figlio Gianluca. Ruggero è un romanaccio arricchitosi vendendo panini con wurstel, Gianluca è un bravo ragazzo, studioso e gentile, ma un po’ sfigato. Obiettivo di Ruggero è far diventare “uomo di mondo” il figlio attraverso modi volgari e insulti d’ogni genere. “Dai cazzo!” è il suo intercalare continuo. In Dolce Attesa una coppia di gay desidera avere un figlio e crea forte imbarazzo nelle persone con cui interagisce, accusati di avere dei problemi con la parola “o-mo-sessuale” pronunciata a gran voce in continuazione. E poi L’Amante del Primario ha come protagonista un’avvenente anestesista che racconta al dott. Protti – in sala operatoria – come ha fatto una carriera fulminante grazie alla relazione segreta (ma qualcosa in volto tradisce questo segreto) con il primario Donghi. E i risultati della sua perseveranza e delle sue fatiche li apprezziamo in La Ministra, dove l’anestesista ha fatto carriera politica e, sempre assistita dal suo collega Protti, tiene comizi basati su doppi sensi davvero irriverenti. Il Rinnovamento della Chiesa racconta i tentativi di due preti (padre Boi e padre Giorgio) di “svecchiare” l’immagine della chiesa. I due propongono ai colleghi e al Santo Padre una serie di iniziative come quella di farsi linkare da siti porno o di modificare le preghiere. Ma ogni iniziativa dei padri Boi e Giorgio è mal accolta dal clero. E poi Gisella e Sebastiano (meglio conosciuti come Sono subito da lei), Il Nichilista, Gli Sbroccati, Mamma esco, I Tifosi … tutti gli sketch ideati e interpretati da Biggio e Mandelli compongono un mosaico di personaggi – stereotipi dell’uomo italiano. Difetti piccoli e difetti macroscopici compresi. Taglienti e ironici, gli autori rappresentano il Paese attraverso l’uso classico della “maschera”, quella nata con la Commedia dell’Arte nel sedicesimo secolo. Certo, è al genere cinematografico della Commedia all’Italiana che Mandelli e Biggio fanno riferimento e il titolo della sketch comedy – è quasi banale ricordarlo – è una chiara e semplice citazione del capolavoro di Monicelli I soliti ignoti, ma a ben vedere il trucco e i costumi che indossano di volta in volta (il lavoro di make-up è notevole, solo per la realizzazione del volto di Ruggero De Ceglie sono necessarie cinque ore di lavoro), esagerati, surreali e grotteschi, ricordano più le maschere di Arlecchino, Pantalone, Colombina, Pulcinella … che i personaggi asciutti e misurati di Gassman (“Er Pantera”), Pisacane (“Capannelle”), Mastroianni (Tiberio), scritti da Age, Scarpelli, Suso Cecchi d’Amico e Monicelli. La Commedia dell’Arte e il format dello sketch (o, in alcuni casi spesso memorabili, del videoclip) danno luogo a un prodotto televisivo politicamente molto scorretto e tutto nostrano per una volta, che non fa sorridere, ma ridere di gusto. Chissà se faranno bene Mandelli e Biggio a cimentarsi con il grande schermo? Visti gli ultimi risultati di operazioni simili è lecito qualche dubbio. Ma proviamo a dargli fiducia.
I Soliti Idioti [id., ITALIA 2009] IDEATORI Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio.
CAST Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio.
Sketch Comedy, durata 30 minuti (episodio) , stagioni 3.