FilmForum Udine/Gorizia 5-14 aprile 2011
Pornochanchada
Parallelamente all’esplosione commercial-popolare dell’italica commedia sexy rosa degli anni ’70-’80, il Brasile sforna un gran numero di pellicole definite pornochanchada, commedie dall’elevato tasso di nudità derivate dalle chanchada, film musicali molto popolari in Sud America durante gli anni ’40 e ’50.
Genere praticamente sconosciuto al di fuori dell’America latina, il pornochanchada è stato analizzato durante il workshop Cartography of Pornographic Audiovisuals del FilmForum dalla professoressa Mariana Baltar dell’Universidade Federal Fluminense di Rio de Janeiro, nella sua relazione How Much Porn There Is In pornochanchada? Brazilian Popular Cinema and the Consolidation of A Porn Industry.
Sebbene la lezione non preveda confronti con altre cinematografie nazionali, all’ascoltatore italiano balzano subito all’occhio similitudini e differenze con il genere che ha reso celebri, tra gli altri, Lino Banfi e Edwige Fenech, soprattutto le differenze, o meglio, l’evoluzione del genere. Mentre la nostra commedia sexy rosa alla fine degli anni ’80 si è trasformata nel cinepanettone, con un decisivo aumento di fastidiosa stupidità e un calo significativo di grottesca nudità (a quella ci pensavano le neonate reti televisive di Silvio), il pornochanchada si è avvicinato sempre più al linguaggio tipico dell’hard core, esplicitando non solo i nudi integrali frontali sia maschili che femminili, ma descrivendo minuziosamente anche gli atti sessuali.
E’ infatti possibile distinguere due fasi del pornochanchada: una prima, tra il 1969 e la fine degli anni ’70, molto più virata verso la commedia e, nonostante tutto, piuttosto casta; una seconda, negli anni ’80, di gran lunga più esplicita e meno incentrata sullo scherzo parodico. La definizione dei due periodi è dettata anche dalla Storia: nel 1964 il Brasile, dopo un colpo di stato favorito dalla CIA, è diventato una severa, repressiva e moraleggiante dittatura militare, che si è protratta fino alla fine degli anni ’80. Il processo di apertura politica che sfocerà poi nel regime democratico tuttora presente è iniziato solo alla fine degli anni ’70, e ha permesso la produzione di film dall’elevato numero di scene sessualmente esplicite, portando alla seconda fase dei pornochanchada.
Due esempi: Luz, Cama, Ação!, di Cláudio Mac Dowell (1974) e Oh! Rebuceteio di Claudio Cunha (1984). Il primo, traducibile con Luci, camera da letto, azione!, è quello che più si avvicina alle nostre commedie pecorecce, e si iscrive nella fase iniziale del genere: un regista di pornochanchada si innamora della protagonista di un suo film in una girandola di tradimenti e situazioni ambigue, dall’elevata dose di autoironia data, ad esempio, dalla figura del produttore che chiede al regista di aggiungere cornuti per scopi commerciali, o da quella dello stesso regista, interessato più ai primi piani dei seni delle attrici che al resto.
Oh! Rebuceteio – traducibile in Gran casino, ma che gioca anche con la parola “buceta”, ovvero “figa” nello slang brasiliano – è da iscriversi nella seconda fase delle pornochanchada: qui, nel narrare la storia di una giovane che fa realmente “di tutto” pur di diventare protagonista di uno spettacolo teatrale d’avanguardia, è sempre l’autoironia a farla da padrone (il regista del film è anche attore, e interpreta il bizzarro regista dello spettacolo teatrale), ma le scene di sesso raggiungono livelli di esplicitezza per noi impensabili in un film destinato alle sale comuni.
L’importanza del genere è di natura sociologica, più che qualitativa. Cinema inconsciamente creato e principalmente fruito dalla classe media (proprio come la nostra commedia sexy), dalle semplici trame moraleggianti e dai personaggi stereotipati (il maritino cornificato, la vedova ninfomane, la sexy segretaria, il macho superdotato, l’omosessuale macchietta…), il pornochanchada diventa ritratto parodico della società brasiliana nel messaggio implicito contenuto in questi film: che una scarsa educazione, l’individualismo, il totale disimpegno politico e una forte scostumatezza portino chiunque al successo senza alcuno sforzo. Guarda caso, lo stesso messaggio della propaganda ufficiale della dittatura militare, nonché, per continuare con le similitudini con il nostro Paese, lo stesso che dobbiamo sorbirci da una ventina d’anni a questa parte. Abbattuto il regime, la parodia non era più necessaria: l’avventura dei pornochanchada termina alla fine degli anni ’80, con l’avvento della democrazia. Del genere sono rimasti solo gli elementi più commerciali, le scene di sesso esplicito, e molti dei registi pornochanchada ora producono porno hard-core per il mercato straight-to-video. Sotto quest’aspetto, il calo degli incassi dei nostri ultimi cinepanettoni risulta ancor più positivo. Quando i nostri Neri Parenti et similia gireranno un porno?