FilmForum Udine/Gorizia 5-14 aprile 2011
Incontri con il cinema italiano
Nell’ultimo del FilmForum 2011 si parla di un argomento raramente, se non mai, trattato, una forma di critica che da pochi anni sta prendendo sempre più piede anche sulle testate generaliste, la critica videoludica.
Ospiti: Alessandra Contin (La Stampa), Federico Ercole (Il Manifesto) e Diego Malara (XL La Repubblica).
La critica videoludica nasce dalla passione per i videogiochi. Il critico, termine poco amato dagli ospiti, è soprattutto un appassionato che ha fatto coincidere il piacere del gioco con una professione. Le prime testate specializzate erano principalmente fanzine dove appassionati scrivevano le proprie impressioni sul videogioco, descrivendone principalmente l’aspetto meramente tecnologico: ma con l’evoluzione della tecnica e dei linguaggi, il videogioco è diventato un’opera d’arte intertestuale che sempre più mescola cinema, teatro, musica e arte contemporanea, portando l’esperienza videoludica a livelli impensabili pochi anni fa. A tuttora, nello scrivere la critica di un videogioco è molto importante riuscire a dipingere l’atmosfera e le sensazioni che l’esperienza produce, più che la trama o l’aspetto tecnico, in modo da coinvolgere anche i meno appassionati. Un buon critico non pensa come tale mentre gioca: è solo un videogamer affascinato dal gioco in se stesso, come tutti gli altri videogiocatori. Solo a controller deposto viene spontaneo fare delle considerazioni, e scriverle.
E qui nasce uno dei grandi problemi, nonché la grossa differenza, con la critica cinematografica: le tempistiche. Per recensire un gioco è necessario portarlo a termine, e se oggi i videogames hanno una durata media di 10, 12 ore, vi sono sempre più casi – come l’ultimo Fallout, o il genere dei massive multiplayer – di opere praticamente infinite. Fintanto che si scrive su una rivista specialistica, il tempo è relativamente un problema; nel caso di una recensione per una testata generalista, può diventare un grosso impedimento. Bisogna fare un’accurata selezione delle opere in uscita, e dedicarsi a quelle che più si avvicinano ai propri gusti: non ha senso perdere tempo su un videogioco che non piace.
Pur con svariate differenze, come lo sviluppo delle trame, cinema e videogiochi hanno molto in comune: sono entrambi esperienze della visione, e producono emozioni simili. Di conseguenza, gli strumenti critici del cinema possono essere usati anche nel recensire videogiochi, e se la regola base della critica cinematografica è vedere, vedere e vedere film, lo stesso vale per la critica videoludica: bisogna giocare, giocare e giocare.
Conclude il dibattito la presentazione di GAME – Games as Art, Media, Entertainment, la prima rivista accademica di studi sul videogame, in collaborazione con il DAMS dell’Università di Udine. Il primo numero, dedicato alla diffusione dei videogiochi negli altri media tradizionali, sarà disponibile a fine 2011, inizialmente in formato pdf, in seguito su pubblicazione cartacea (forse).