DVD – USA 2009
L’eroe dimezzato
Quanti di noi durante la propria infanzia hanno sognato di essere un supereroe? Batman, Superman, l’Uomo Ragno sono stati sempre i costumi di carnevale più gettonati da tutti i bambini, e le trasposizioni cinematografiche delle gesta di questi personaggi appassionano da sempre milioni di spettatori.
Questa è la base da cui è partito Peter Strebbings, regista di Defendor film del 2009 inedito in Italia e ora uscito in dvd. La pellicola però ha come presupposto l’idea, in voga in questi ultimi anni basti pensare a un titolo come Kick Ass, di togliere epicità al genere supereroistico e rendere tutto più “normale”.
Arthur Poppington, Woody Harrelson, è un uomo con un ritardo mentale che durante il giorno lavora in un cantiere e la notte difende la sua città dalla criminalità organizzata con metodi “casalinghi”: biglie, api e mazza chiodata. Il suo vestito è una tuta nera con una D fatta di scotch colorato in mezzo al petto, e il suo trucco ricorda un po’ la Daryl Hannah di Blade Runner. Il vero problema è che Arthur non è un supereroe e infatti ogni volta che si scontra con i “cattivi” accusa il colpo in modo evidente. Ma Defendor, anche se non ha superpoteri, è un supereroe a tutti gli effetti: ha un origine, sua mamma è stata uccisa dalla droga, ha una base segreta, vuole sconfiggere Capitan Industry il suo “nemico”, ha una spalla, Kat, una ragazza in cui rivede la madre. Insomma, ci sono tutti gli elementi necessari per raccontare una storia di supereroi. Peccato che Arthur sia solo un uomo con seri problemi, che ha letto troppi fumetti e che in essi ci si rivede un po’ troppo…ma la sua caparbietà lo porterà a diventare un eroe.
Al primo impatto sembra che Defendor sia una commedia, anche grazie alla faccia di Harrelson a tratti buffa e svanita, ma pian piano si capisce che non è l’ennesima presa in giro della figura del supereroe. Il film si fa apprezzare sopratutto per quel senso di crollo delle illusioni e riscoperta della realtà tipica del cinema americano indipendente degli ultimi anni. Il protagonista di Defendor ricorda un po’ gli antieroi del cinema anni ’70, disillusi dalla propria condizione e pronti ad evadere verso una realtà parallela impossibile da realizzare. Tolti alcuni momenti comici, il regista predilige le situazioni goffe, i sentimenti di pietà nei confronti del protagonista, i toni grigi, elementi che potrebbero accomunare la pellicola al sentimento di umanizzazione del “mito”intrapreso da Nolan negli ultimi due Batman; certo qui il paladino della giustizia è solo un pretesto per denunciare la situazione di un uomo ai margini della società, ma l’atmosfera ricorda certe debolezze dei supereroi del nuovo millennio. Defendor è una parabola sul mondo d’oggi troppo disincantato e dove un uomo, per scappare dalle proprie paure di un futuro incerto e duro per essere preso sul serio, si deve inventare una nuova identità. Strebbings fotografa tutto questo con uno stile asciutto distante dalle riletture commerciali di alcuni eroi dei fumetti, cosa che farà piacere anche a chi non mastica questo genere di film. Gli interpreti sono all’altezza, Harrelson si riconferma attore dalle tante risorse e il resto del cast gigioneggia evitando però gli stereotipi del genere. L’unico rammarico, quindi, è che il film sia stato destinato nel nostro paese solo al mercato home-video, non concedendo la possibilità di farlo conoscere anche agli spettatori distratti delle sale cinematografiche.