Dance movie in salsa british
Perché si va a vedere un film come Street Dance 3D? La risposta è tutta nel titolo: per guardare massicce dosi di street dance, e per guardarle in 3D.
La storia è sempre la stessa, quasi fotocopiata dai vari capitoli della saga Step Up: una crew di ballerini “di strada”, a un passo dalla partecipazione alla più importante competizione nazionale, deve allearsi con cinque danzatori classici per raggiungere la vittoria. Trama e personaggi sono ridotti ai minimi termini, e tutto è al servizio delle roboanti coreografie che si susseguono, una dopo l’altra, con pochi dialoghi banali e prevedibili a fare da collante.
L’interesse di quest’ennesima variazione sul tema potrebbe, forse, risiedere nel fatto che il film non proviene dai consueti lidi statunitensi, ma è di produzione esclusivamente europea, per l’esattezza britannica: è il primo lungometraggio live action inglese ad essere realizzato completamente in 3D, e sarebbe anche il primo lungometraggio sulla danza girato con questa tecnica, se non arrivasse da noi con circa un anno di ritardo. Uscito sugli schermi inglesi nel maggio del 2010, ha raccolto un grande successo di pubblico, soprattutto per la presenza, all’interno del cast, di alcuni partecipanti al talent show Britain’s Got Talent. In Italia, però, il suo omologo americano Step Up 3D è stato distribuito lo scorso ottobre, privandoci anche dell’elemento novità costituito dagli occhialini stereoscopici.
C’è da dire che il 3D, in questo come in altri casi, sembra soddisfare unicamente l’esigenza di aggiungere qualche euro in più al prezzo del biglietto, e ha come sola conseguenza l’inserimento forzato in sceneggiatura di sequenze in cui i personaggi lanciano oggetti in direzione dello spettatore. La potenza delle scene di ballo, probabilmente, sarebbe rimasta intatta anche in versione bidimensionale. Più discutibile ancora appare la scelta di utilizzare, di tanto in tanto, l’effetto bullet time: sarà per il budget non elevato, sarà che la danza vive di ritmo e fermarne il tempo non è una buona idea, ma il risultato finisce per essere, a tratti, involontariamente comico.
Come si diceva in apertura, in fondo Street Dance 3D è esattamente quel che ti aspetti: gli adolescenti apprezzeranno gli scontatissimi incitamenti al “credere in se stessi” e il trito messaggio che è l’unione delle diversità a portare al successo. Gli spettatori più maturi potranno invece stupirsi di come la veterana Charlotte Rampling, nei panni di un’anticonformista insegnante di danza, riesca ad attraversare, con classe ed eleganza, anche un film come questo.