Shakespeare vs gnomi
Si potrebbe banalmente dire: “già visto”. Ma risulterebbe ovvio dato lo spunto shakespeariano inserito nel titolo in versione gnomo, protagonisti di questa nuova versione cartone del dramma cinquecentesco.
La storia viene riproposta tra due vicini di casa, che vivono in Verona road, presi dai consueti litigi che coinvolgono anche i loro nanetti da giardino, divisi dal colore: la fazione rossa contro quella blu. Lo spunto è talmente alto da richiedere l’intervento dell’autore, ovviamente sotto forma di statua, che dialoga con Gnomeo sul finale dell’originale che il piccolo gnomo anticipa potrebbe, ovviamente, essere diverso questa volta. Visto il pubblico di riferimento, non più letterati di cinque secoli fa ma piccoli mezzi uomini, è quasi scontato il tradimento sul finale per eclissare l’epilogo macabro e funebre in nome di un happy end. Ma le citazioni non si fermano al titolo; una divertente rana da fontana in stile America Beauty per il suo amato nano Ivano e uno gnomo da giardino abbigliato in stile Borat, che salta fuori nei momenti meno opportuni. Tutto questo è condito dalle canzoni originali di Elton John – anche il produttore del film diretto da Kelly Asbury (Shrek 2, Spirit) -, che inscena un piccolo cammeo in versione nanetto da giardino molto kitch. Al di là di questi tre piccoli elementi di spirito e di originalità, l’insieme risulta quasi un deja vu, un film veicolato dai buoni sentimenti stile Disney, relegata al solo ruolo di distributore, che probabilmente non entusiasma neanche i veri destinatari dell’opera, ormai bombardati da immagini di tutti i tipi, possono solo meravigliarsi dell’elemento tridimensionale e dei preparativi che questo porta, perché poi anche loro si stufano presto di della millantata novità.
Una piccola curiosità registica degna di nota è l’ostentazione nel coprire i volti dei pochi umani, relegati nella figura dei due vicini di casa (i famosi Capuleti e Montecchi), che incrociano le vicende “nanesche”. Vicende in cui interagiscono molto poco, rappresentano solo il mezzo per cui dar inizio agli eventi e il coprire costantemente con ogni mezzo il loro volto, appare come un modo per ribadire la loro estraneità al racconto.