4° WTFF – Working Title Film Festival, 1-5 ottobre 2019, Vicenza
Flussi
Il flusso. Che sia quello di coscienza, riferimenti e immagini asettiche, o che sia quello di merci, veicoli e mezzi di trasporto, è il flusso il concetto di fondo che in qualche modo lega i due cortometraggi vincitori della quarta edizione del vicentino Working Title Film Festival: Am cu ce della tedesca Hannah Weissenborn, a cui è andato il premio per il miglior film cortometraggio, e Being and Becoming della spagnola Maite Abella, miglior film di Extraworks, la sezione sperimentale del giovane festival dedicato alle maniere con cui il cinema e l’audiovisivo raccontano i mondi del lavoro.
Sono due film che, da due ottiche differenti, osservano l’alienazione e, in qualche modo, l’annullamento di sé nel lavoro che viene svolto: Am cu ce attraverso le armi di una fiction “classica”, realistica e precisa nello scavo delle psicologie e nella descrizioni di ambienti fisici e umani; Being and Becoming attraverso le suggestioni, le rarefazioni e le vie di fuga tipiche della videoarte e dell’installazione.
Nel film della Weissenborn, protagonista è un esperto camionista di un’azienda di trasporti tedeschi dove è regola dare agli autisti una seconda patente per aggirare le limitazioni legislative sul tempo di guida, e rimanere così fedeli alle regole e alle esigenze di un mercato – è uno dei discorsi di fondo del film – che pare pretendere l’assenza di momenti di distacco e di riposo. Quando suo nipote ha un colpo di sonno che rischia di provocare un incidente, il protagonista inizia a porsi dei dubbi sulla correttezza delle esigenze e delle pretese del trasporto a lungo raggio, e, di riflesso, dell’economia che ne è alla base. Am cu ce avanza con rigore dardenniano; c’è quel realismo che dei fratelli belga è una delle firme più tipiche e c’è un molto simile “pedinamento” di personaggi alle prese con dilemmi interiori e scelte lancinanti nelle quali si riflettono storture di più ampio raggio.
Con Being and becomimg, l’artista spagnola Maite Abella ci porta tra le stanze di un importante museo e ci accompagna in un viaggio nelle illusioni, nei rimpianti e nell’alienazione di una donna che «voleva entrare nel mondo dell’arte dalla porta principale», arrivandoci in realtà come guardia di sala. Il flusso di coscienza della protagonista, con il suo fiume di parole, si sovrappone al flusso di levigate e asettiche superfici bianche – i particolari del museo – che rimandano alla sua condizione, alle immagini in bianco e nero di Barbara Stanwyck e dei suoi personaggi coriacei e forti che fanno emergere i rimpianti e, per così dire, la “vita non vissuta”. Infine, il volto dell’artista appare costantemente, fuori fuoco o sovrapposto, dando corporeità a questa visionaria e rarefatta indagine sull’alienazione.
Am cu ce [id., Germania 2019] REGIA Hannah Weissenborn.
CAST Gundars Abolins, Axel Moustache.
SCENEGGIATURA Hannah Weissenborn, Dominik Huber. FOTOGRAFIA Christian Neuberger. MUSICHE Jan Pfitzer.
Drammatico, durata 19 minuti.
Being and Becoming [id., Paesi Bassi 2019] REGIA Maite Abella.
SCENEGGIATURA Maite Abella. FOTOGRAFIA Maite Abella. MUSICHE Pau Casals.
Sperimentale, durata 9 minuti.