18° Far East Film Festival, 22 – 30 aprile 2016, Udine
Il nemico (invisibile) alle porte
Evento nell’evento, Fukushima: A Nuclear Story arriva al Far East Film Festival dopo essere stato trasmesso su Sky Cinema Cult l’11 marzo. Una data simbolica, perché proprio in quel giorno, nel 2011, il Giappone è andato incontro all’inimmaginabile: un terremoto e uno tsunami, con il conseguente disastro che ha colpito i reattori nucleari di Fukushima.
È interessante notare come, dal momento della tragedia, l’impero del Sol Levante abbia necessitato di un periodo di lutto “culturale” che ancora perdura: l’unico omaggio filmico proposto dal FEFF in questi anni è stato il breve e intenso frammento The Future of Children in Fukushima, di Hiroki Ryuichi. Lo stesso Pio d’Emilia – giornalista italiano che vive in Giappone da 30 anni, oltre che protagonista e Cicerone del documentario di Matteo Gagliardi – sottolinea come mentre per il terremoto e lo tsunami il popolo nipponico abbia dimostrato una grande capacità di reazione, per quanto riguarda la catastrofe nucleare una coltre di omertà e irresponsabilità avvolga tutt’ora l’immaginario collettivo. Torna alla memoria ovviamente l’11 settembre americano, realtà “che supera la finzione” che ha prodotto da un lato pamphlet retorici quali World Trade Center e United 93 e dall’altro astrazioni sci-fi come il sottostimato Cloverfield. Al netto di una quota non particolarmente ingombrante di retorica, Fukushima: A Nuclear Story propone all’occhio occidentale vergine o viziato dalla mala informazione immagini inedite, quasi “d’assalto”. Ibridando cinema verità e mockumentary, inseguiamo la voce off di Massimo Dapporto (per il mercato estero sostituita da quella di Willem Dafoe) e il viaggio di d’Emilia, assecondando la sua esperienza sul campo (“Le scuse hanno un ruolo importante in Giappone, ma spesso si tratta di scuse formali”) e un’ardita ma funzionale miscela di innesti manga, fotografie ed effetti speciali per la ricostruzione dell’accaduto. A differenza delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, con Fukushima siamo di fronte ad una tragedia interna, accaduta in tempo di pace. È uno dei punti cardine dell’indagine suggerita dal film, per meglio comprendere il crollo dell’armonia di un mondo che abbiamo sempre immaginato molto equilibrato: il Paese che avrebbe dovuto essere l’ultimo a sposare la politica nucleare è stato uno dei primi a sostenere l’apertura di 52 centrali. Nel gioco delle responsabilità c’entrano anche gli Stati Uniti, complici nell’incentivare durante la Guerra Fredda l’utilizzo di una fonte energetica radioattiva. Una morale scomoda, ma realistica: quando tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole. In mancanza di un peccato condiviso e conclamato non c’è pentimento, mentre il Giappone, a distanza di 5 anni, fa ancora fatica a rialzarsi.
Fukushima: A Nuclear Story [Italia 2016] REGIA Matteo Gagliardi.
SOGGETTO Pio d’Emilia, Matteo Gagliardi, Christine Reinhold. FOTOGRAFIA Guillaume Bression. MUSICHE Fabrizio Campanelli.
Documentario, durata 84 minuti.