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In questo numero

Marvels (1994)

sabato 22 Giugno, 2013 | di Mattia Filigoi
Marvels (1994)
Fumetti
0
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SPECIALE NUOVI SUPEREROI
Rinascimento Marvel?

Semplifichiamo (che non è proprio il nostro campo): principalmente, il Rinascimento ha segnato un punto di svolta culturale e artistico nella Storia europea, che partendo dalla Firenze della seconda metà del XIV secolo e attingendo all’umanesimo letterario di Petrarca (tra gli altri), ha spostato l’attenzione delle arti e delle scienze da Dio (teocentrismo) all’Uomo (antropocentrismo). La divinità non è più al centro dell’universo. É l’uomo, ora, e tutto ciò che lo riguarda, a essere importante.

Ripeto, questa è una semplificazione (gli storici dibattono ancora se il Rinascimento sia realmente un punto di svolta dal Medioevo), ma possiamo decisamente usare questo paragone per parlare di Marvels di Kurt Busiek (testi) e Alex Ross (disegni).mediacritica_marvels1a Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti, suddiviso in quattro volumi più un’introduzione che fa da Numero 0, tra il gennaio e l’agosto del 1994, Marvels fa con l’universo Marvel quello che il Rinascimento ha fatto con l’universo “nostro”: ha spostato l’attenzione dalle divinità (i supereroi, le “meraviglie”) all’uomo (cioè “noi”, miseri mortali). Siamo abituati a seguire le spettacolari vicende dei nostri eroi preferiti concentrandoci unicamente sulla loro figura, sui loro pensieri, sulle loro azioni, ma mai, o molto raramente, abbiamo preso in considerazione cosa poteva pensare la gente che finiva in mezzo a tutti quegli scontri esplosivi.
Certo, Stan Lee, con Spider man e soprattutto con gli X-Men, prime importanti riflessioni sulla ricezione dei supereroi nella gente comune le aveva già abbozzate, ma mai queste riflessioni erano state analizzate così profondamente come in Marvels. Dai primi anni ’40 all’inizio degli anni ’80, ogni volume prende in considerazione una decade del Novecento, fondendo la Storia “vera” con le avventure delle meraviglie create dalla Marvel nei rispettivi periodi: Sub-Mariner, l’originale Torcia Umana e Capitan America nel primo volume, i Fantastici Quattro, Thor, Iron Man, gli X-Men nel secondo e nel terzo, Spider man nel quarto, solo per citare i più importanti e ricorrenti. Ogni volume ricrea le tensioni sociali delle varie decadi, dall’esaltazione nel vedere Capitan America che combatte i nazisti nei cinegiornali al benessere e alla voglia di vita del dopoguerra, dalle tensioni sociali e le prime violente rivolte generazionali degli anni ’60 con annesso terrore degli X-Men agli oscuri, critici e complessi anni ’70, metaforizzati nella figura dell’Uomo Ragno disperato per non essere riuscito a salvare dal Goblin la sua amata Gwen. A unificare il tutto, Phil Sheldon, fotoreporter freelance newyorkese, che volente o nolente, si trova spesso nel mezzo degli avvenimenti con la sua macchina fotografica. È lui il protagonista, è lui il narratore di questa “meravigliosa” realtà alternativa, i suoi pensieri, le sue paure, il suo entusiasmo e le sue preoccupazioni (come può un uomo metter su e proteggere la propria famiglia, nell’impotenza generata dalla presenza di esseri superumani in giro?, ad esempio). Lo vediamo vivere la sua vita, quella dell’american way of life, riletta e adeguata alla presenza delle meraviglie, mentre sullo sfondo vengono rievocate alcune delle storie fondamentali della Marvel (dallo scontro dei F4 con Galactus all’attacco delle Sentinelle contro gli X-Men, dal matrimonio di Sue e Reed Richards alla già citata morte di Gwen per mano del Goblin). Una fusione eccezionale, che è sia riassunto storico-sociale di un Secolo che antologia dell’intera produzione Marvel, creando un racconto incredibilmente convincente ed emozionante, grazie anche al maniacale iperrealismo dei disegni di Alex Ross, che rende praticamente ogni vignetta un quadro curato in ogni suo minimo particolare.
Possiamo discutere quanto volete, proprio come fanno gli storici riguardo al Rinascimento, su quanto Marvels sia effettivamente uno spartiacque nella concezione dei supereroi dei fumetti, ma è innegabile il fatto che la loro moderna rappresentazione, anche e soprattutto cinematografica, trova profonde radici nell’opera di Busiek e Ross. Chiunque è minimamente interessato alla questione, non può non leggere (e amare) Marvels, e anche a chi non frega un pif degli eroi in costume non può non restare indifferente alla magia di questa meravigliosa epopea. Potete recuperarlo qui, non ve ne pentirete.

Marvels [USA, 1994]
TESTI Kurt Busiek. DISEGNI Alex Ross.
EDITORE ITALIANO Panini Comics.

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