Ma che colpa abbiamo noi?
Cara, vecchia televisione italiana. Cosa ci rimane di quella piccola scatola che dentro di sé portava racconti? Forse nulla. La Televisione ci ha fatto credere che l’ampia scelta sia un valore aggiunto, “in fin dei conti è lo spettatore che ha in mano il telecomando”. Ma il prodotto è di qualità?
Se gli spettatori Rai sono Tutti pazzi per amore, quelli Mediaset sono R.I.S. (regia di Francesco Miccichè) o fanno parte di una Squadra Antimafia, prodotti e ideati entrambi da Pietro Valsecchi e targati Taodue. Storie di santi, opere del passato e fiction “di famiglia”, chiamano a rapporto il classico spettatore Rai adulto, appartenente spesso ad un’area politica e geografica precisa. I cuori battono con il dottor Martini e nonno Libero (Un medico in famiglia), ci si sconcerta, sentendosi placidamente fortunati con Questo nostro amore (miniserie di 6 puntate con Neri Marcorè e Anna Valle), diretta da Luca Ribuoli. Piacevole, ben fatto, bravi gli attori, recitazione dosata, ma il problema è sempre lo stesso: l’incapacità di raccontare la contemporaneità, le piaghe sociali; dove siamo noi? Tentativo all’acqua di rose di svecchiare il pubblico, fiction effetto placebo: quando un matrimonio è finito si fa di tutto per ricucirlo, come i vestiti da sposa al centro di Sposami, scritto da Paola Pascoli e Giovanna Caico e diretto da Umberto Marino, ispirato a Scandalo a Filadelfia di George Cukor, con Francesca Chillemi e Daniele Pecci. Abbiamo bisogno di un lieto fine a tutti costi? O vogliamo la realtà? Su Canale5 simbolo della famiglia allargata sono I Cesaroni – 16 puntate, con 3 puntate speciali, per la regia di Francesco e Daniele Vicario e Francesco Pavolini, prodotto da Publispei, la stessa di Un medico in famiglia. Alla Garbatella, gag trite e ritrite si rincorrono nella 5^ stagione. Nella bottiglieria, si vive una coazione a ripetere delirante, si tenta il tutto per tutto per accalappiare i nostalgici (ritorno di Lucia/Elena Sofia Ricci). La soluzione c’è sempre su Canale5, ed è questa la strategia di rete: quando “arrivano i nostri” i delitti sono imperfetti, a Roma grazie ai R.I.S., i mafiosi sono pentiti in Squadra Antimafia (Rosy Abate/Giulia Michelin) e la morte – ad esempio quella della Mares – viene accettata e archiviata. Ma se l’audience premia Squadra Antimafia, non è così per R.I.S. Roma. Se si parla già di una 5^ stagione per la prima, ci si interroga se la seconda meriti una 4^ possibilità. Se Canale5 continua a raschiare il fondo del barile, stiracchiando all’inverosimile la storia e usurando i suoi feticci, la Rai cerca spasmodicamente idee nuove, storie italiane e, con scarsi risultati, tenta di immergersi nella contemporaneità. Cosa resta allo spettatore? Trovare rifugio altrove.