Esordio generazionale
Di film generazionali e polpettoni adolescenziali le sale sono piene da moltissimi anni. Francesco Bruni esordisce dietro la macchina da presa, dopo molti anni di lavoro come sceneggiatore (soprattutto di Virzì), con una pellicola che tratta di giovani, adolescenti, attraverso una storia che non si rivolge solo a loro, sia per tematiche che per modalità di sviluppo.
Scialla! si discosta da titoli come Tre metri sopra il cielo o Notte prima degli esami, solo per citarne alcuni, film esplicitamente ed esteticamente rivolti a quelle giovani menti che rappresentano una fetta importantissima della società consumistica che erige i dettami di cosa avrà successo. Quella parte di pubblico a cui sempre più spesso si rivolgono fiction e pellicole cinematografiche, come dice lo stesso gangster/ex alunno al professore Bruno (uno spettacolare Fabrizio Bentivoglio) impegnato a scrivere la sua biografia, a cui chiede, in una saletta carceraria, di modificare il finale, perché vogliono comprare i diritti della sua storia, per farne un film, e ai giovani quelle cose da delinquente bello e impossibile piacciono molto. Però, l’ex professore ora quasi scrittore, ha appena conosciuto il figlio Luca che senza la figura di un padre si era costruito un modello tutto suo di mito maschile da inseguire, quello dell’uomo malavitoso che tutti rispettano perché temono, impossibile quindi coadiuvare quell’immaginario collettivo negativo. Invece l’incontro con un vero spacciatore trasforma Luca da giovane irriverente poco scolarizzato con il sogno dell’illegalità, a maturo sedicenne in grado di accettare un nuovo percorso, di vita e scolastico. Padre e figlio crescono insieme, attraversano la sceneggiatura in un percorso formativo, raccontato con molta semplicità e ilarità, anche se con qualche pecca di troppo buonismo da fiaba disneyana. Il finale che vede Bruno,girare per la capitale in sella a un motorino ricorda, come un tributo, grandi film del passato da Vacanze romane al più recente Caro diario.