DVD-GIAPPONE, BRASILE, CANADA 2008
Ciechi che, pure vedendo, non vedono
Un uomo, un giorno, mentre aspetta al semaforo, diventa, improvvisamente, cieco.
L’umanità intera viene colpita senza spiegazione dalla bianca piaga di questa cecità. Solo una donna puo’ ancora vedere l’orrore di un mondo cieco. Perché non c’è peggior cieco, di chi non vuol vedere.
Fernando Mereilles, regista di City of God, ha scelto di trasporre il romanzo del Premio Nobel portoghese Josè Saramago. A curarne la sceneggiatura Don McKellar, che recita nel film stesso.
Julianne Moore, affiancata da Mark Ruffalo è la moglie del dottore. L’unico essere umano (forse) ad essere ancora in grado di vedere, ma che per scelta altruista finge anch’essa la cecità. Il mondo che Mereilles vuole farci vedere è un una realtà offuscata. L’obiettivo perde il fuoco in continuazione, si muove brancolando nel buio o nella luce, si fissa in lampi accecanti. Le immagini sono spesso filtrate: da finestre, da specchi che le riflettono, da occhi che non le vedono. Anche lo spettatore diventa cieco, segue i rumori, gli spostamenti repentini, si irrigidisce davanti agli orrori e alle violenze inaudite di un’umanità che smarrendo la visione, ha perso ogni inibizione, ha venduto la dignità, ha sacrificato i propri valori. È diventata cieca in ogni singolo senso.
La trasposizione delle parole di Saramago è evidente anche nel montaggio che, come l’interpunzione anarchica dei suoi libri, diventa sconnesso, lega frammenti di dialoghi e avvenimenti in un vortice di flusso continuo, interrotto soltanto dai vuoti statici della bianca cecità o dell’abisso nero di chi non vuole più vedere.
Non tutto però puo’ essere raccontato per immagini, non si puo’ forse mostrare ogni cosa; manca l’orrore più cupo e quello più disgustoso. Vediamo chiaramente però, in un contesto quasi teatrale, illuminato da luci “caravaggesche” il ritorno della solidarietà nel gruppo delle donne, guidate dalla moglie del medico.
Blindness è un’allegoria del nostro mondo contemporaneo, una critica amara dai toni crudeli, spietati, nauseabondi, ma non senza speranza. Questa troverà la luce attraverso le lacrime di una redenzione, grazie al potere catartico della pioggia che libererà la sporcizia da un mondo distrutto, ne ricomporrà gli elementi. Una volta riacquistata la visione, sparirà allora l’accecante cecità.